Nonostante racconti la famigerata vicenda del criminale e infiltrato dell’FBI James Whitey Burger, si è finora parlato di Black Mass prima di tutto come il film in grado di far rinascere la carriera di Johnny Depp, arenatasi negli ultimi anni causa stucchevoli autoriproposizioni (Mortdecai ), flop imbarazzanti (il brutto Transcendence, il bel The Lone Ranger) e scelte di comodo (il quarto sequel di Pirati dei Caraibi, che l’interprete sta girando ora). Riuscirà questo thriller pulsante d’autenticità a riportare tra le fila di un cinema più impegnato – e, aggiungiamo doverosamente, “oscaroso” – Depp, vacillante sotto le pernacchie di Hollywood e il cui stardom si è un po’ appannato? Risposta: nì.

009

Al netto delle sue plurime (eccessive, ultimamente) concessioni al commerciale e al gratuito, Johnny è sempre stato un attore validissimo, serio, profondo e versatile. E lo riconferma qui, calandosi vigorosamente in una nuova trasformazione, che stavolta non ha nulla di giocoso né disneyano: gli occhi torvi e luciferini, la postura ferina e imponente, l’impenetrabile e fisso sguardo di ghiaccio, la voce tagliente, scivola mimetico nelle fattezze di Burger, inafferrabile ed efferato gangster di Boston che negli anni ‘70, reduce da un lungo periodo dietro le sbarre, venne segretamente assunto da un agente federale (Joel Edgerton) come informatore.

004

Carica che Burger prese molto sul serio, sfruttandola per debellare i propri nemici e al contempo continuando a seminare il terrore nella città e a far progredire la propria attività criminale tra spaccio e omicido. Una storia che ha dell’incredibile, ma soprattutto del cinematografico: il potenziale e la carne al fuoco erano parecchi, e la performance di Depp assolutamente all’altezza. Eppure qualcosa è andato storto, nell’opera di Scott Cooper Fuori Concorso alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia.

L’intera impostazione del film – frammentario e discontinuo nel suo dipanarsi – ricorda troppo da vicino i gangster movie scorsesiani, scimmiottandone la messa in campo di topoi come la corruzione del potere e la complicità interessata di politica e forze dell’ordine con la malavita, l’omertà e la fratellanza criminale, i dolorosi conflitti familiari e sentimentali, l’opinabile etica morale del fuorilegge (demistificata durante una scena a tavola, semplice eppur forse la meglio riuscita della pellicola).

008

Un calderone tematico che trabocca e risulta indigesto, mal amalgamando l’ensemble di attori (oltre a Depp, a spiccare è Benedict Cumberbatch, dall’accento irriconoscibile) e riducendo gli elementi a disposizione a mero replay posticcio, monocorde e inerte, incapace di scatenare un interesse che vada al di là della passiva visione più che prossima al deja vu.



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , ,
Similar Posts
Latest Posts from Players

Comments are closed.